La «lettera natalizia ai membri dell’Istituto della Carità, delle Suore della Provvidenza Rosminiane ai Figli Adottivi e agli Ascritti» del Padre Generale è divenuta una tradizione caratteristica dell'Istituto della Carità; ed il loro numero raggiungono ormai tale estensione e ricchezza da formare un prezioso patrimonio spirituale di sapienza religiosa. Percorrendo la lunga serie di queste lettere paterne e cordiali, profonde e impegnative, si è presi ed affascinati da tanti richiami ed insegnamenti che segnano ed esprimono la storia dell'Istituto; si rivivono momenti e fatti della sua vita interna, che meglio ora ci appaiono nella loro portata determinante ed esemplare.
Nell’Epistolario e nelle Circolari del padre Fondatore il Beato Antonio Rosmini non si trova alcuna lettera natalizia a tutti i Padri e Fratelli.
È il primo successore di Rosmini, Giovanni Battista Pagani, che nel 1856 risponde con una Circolare agli auguri ricevuti, inizia l'usanza significativa che scandirà gli anni di ogni generalato nell'ultracentenaria esistenza dell'Istituto.
È suggestivo risentire questa prima lettera natalizia, che al suo ruolo storico congiunge bellezza e profondità spirituale, offrendoci un vero godimento interiore per la squisita effusione di affetto paterno che in essa cogliamo.
«Stresa, 24 dicembre 1856
Ai dilettissimi figli in Cristo che servono il Signore nell'Istituto della Carità, i quali io amo teneramente per la carità che è in noi, e con noi sarà in eterno.
La grazia, la misericordia, e la pace di Dio Padre e del Suo Figliuolo Gesù Cristo, siano sempre con Voi.
Io mi sento grandemente rallegrato nel ricevere i felici vostri auguri pensando che essi esprimono i sentimenti dei miei carissimi figli, che camminano nella verità e nella carità, conforme a ciò che ci è stato ordinato dal divino nostro Maestro e Signore.
Io rendo grazie a Dio Padre e all'Unigenito suo Figlio Gesù Cristo che vi ha tirato fuori del mezzo di questa perversa generazione e vi ha collocati nella sua santa. Religione per cui lo serviate in perfetta carità. Chi ha cominciato in voi l'opera buona, egli la perfezionerà e la compierà sino al giorno di Gesù Cristo.
Iddio nell'inviare il suo Figlio, ci ha dato la vita eterna, e questa è la vita eterna che noi amiamo Lui Dio vero, e l'Unigenito suo Figliuolo che ci ha mandato. Chi ama Gesù, l'immagine sostanziale di Dio, è nato di Dio, e chi è nato di Dio ha la vita eterna in sé. Ora questo amore che fa veri figli dell'Altissimo e fruttifica per la vita eterna, strugga gli animi vostri sino a tanto che sarete tutti consumati nella Carità.
Nel rimanente, figli carissimi, rallegratevi, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, e state in pace; e il Dio della Carità e della pace sarà con voi. Pieni di santa esultanza unitevi in spirito alla moltitudine della milizia celeste lodando Dio e dicendo: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini di buona volontà”.
La grazia del Signore Gesù Cristo, e la Carità di Dio, e la comunicazione dello Spirito Santo siano con tutti voi. Amen.
Giovanni Battista Pagani
Preposito Generale dell'Istituto della Carità»
Questo primo documento ci testimonia come le lettere natalizie dei Prepositi Generali hanno avuto origine dagli auguri che venivano inviati dalle varie comunità al Superiore e Padre. La semplice risposta con brevi spirituali esortazioni, com'è qui nel Padre Pagani, viene poi man mano sviluppandosi ed arricchendosi.
Alcune di queste sono state poi raccolte e stampate in libretto.