Antonio
Rosmini Serbati
Directorium spiritus
Durante
gli anni che vanno dal 1821 al 1826 Rosmini entrò in corrispondenza con la
santa marchesa Maddalena di Canossa in risposta ad un’idea di quest’ultima che
desiderava veder dar vita ad un ramo maschile analogo a quello delle sue Figlie
della Carità. Il progetto non andò in porto, ma l’idea attecchì profondamente
nel cuore di Rosmini e alcuni anni dopo lo portò a fondare una congregazione
religiosa maschile: l’Istituto della Carità, oggi comunemente conosciuto come
“Padri Rosminiani”.
Nel
frattempo Rosmini raccolse un’enorme quantità di materiale, che in parte verrà
utilizzato nelle Costituzioni dell’Istituto della Carità, e che, tuttora
inedito, risulta prezioso per la ricostruzione delle fonti e delle idee
portanti della spiritualità dell’Istituto.
Il manoscritto, da lui intitolato «Directorium spiritus» è
strutturato in tre volumi, ciascuno contenente un indice degli argomenti
trattati. Il primo si compone di ben 95 titoli concernenti tematiche di ascetica
e di vita religiosa, con la descrizione delle linee di fondo che
caratterizzeranno l’Istituto della Carità; il secondo, che consta di 102 titoli
con temi specifici di spiritualità, fra i quali spicca una consistente «lezione
sull’orazione mentale», si apre con l’abbozzo di una ascetica per i religiosi
(Asceseos pro religiosis liber); il terzo ha 84 titoli, nei quali si continuano
le riflessioni precedentemente esposte. Il secondo libro ha come esergo una
frase tratta dal De divinis nominibus di Dionigi l’Areopagita: «È bene per l’anima
vivere secondo ragione» (P. IV, lect. 22), mentre il secondo ha due versetti
del libro dei Proverbi: «Viene la superbia, verrà anche l’obbrobrio, mentre la
saggezza è presso gli umili» (Pr 11,2) e «La via del Signore è una fortezza per
l’uomo retto, mentre è una rovina per i malfattori» (Pr 11,29). / Così si presenta il frontespizio del primo volume:
Passione di Gesù Cristo + Milano, ai primi di agosto dell’anno del Signore 1826
Ammonimenti di pietà o fondamenti delle Costituzioni
“Segui nudo, Cristo nudo” Lettera di S. Girolamo a Rustico
A Dio Uno e Trino e a Cristo crocifisso, alla Beata Maria Addolorata, al Beato Michele Arcangelo, a S. Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo e a Tutti i Santi. |
Il
secondo volume porta la data: Milano, 5 dicembre 1827 e verso la fine del terzo
volume è riportata la data: 14 gennaio 1834.
Quanto
alle fonti, bisogna notare che spesso Rosmini fa riferimento a raccolte
di testi compilate da altri Autori, come ad esempio Lukas Holste, Bartolomeo de
Martyribus e Louis Thomassin. Egli conosce direttamente e di prima mano autori
spirituali di notevole rilievo quali ad esempio S. Francesco di Sales, S.
Alfonso de’ Liguori, S. Tommaso d’Aquino, S. Agostino, S. Teresa d’Avila,
Tommaso da Kempis e soprattutto S. Ignazio di Loyola, che verrà definito
«santissimo e gloriosissimo patriarca», né va dimenticato l’influsso esercitato
sulla spiritualità rosminiana dai due fondatori con cui era a contatto
epistolare: Maddalena di Canossa e Gaspare Bertoni.
Quanto ai
contenuti di questo ponderoso canovaccio, il lettore va avvertito circa la
difficoltà di orientarsi nel labirinto delle tematiche e delle abbondanti
citazioni. Ci sembra tuttavia che una chiave di lettura, plausibile, attraverso
la quale mettere in luce l’originalità della spiritualità rosminiana, possa
senz’altro ricavarsi dall’espressione dello Pseudo Dionigi posta come esergo al
II volume del Directorium: «il bene dell’anima è vivere [esse] secondo
ragione». La vita spirituale in genere e quella religiosa in particolare altro
non sono che l’espressione più alta di questo vivere secondo ragione.
L’ascetica, infatti, consiste in ultima analisi nel tentativo di percorrere,
con l’aiuto della grazia, le tappe di un cammino interiore con una sua
intrinseca razionalità, che il peccato tende ad offuscare.
Per una presentazione più esaustiva, puoi scaricare il seguente testo:
Scarica i files del “Directorium Spiritus”