Il 25 marzo 1839, nella chiesa del SS. Crocifisso al Sacro Monte Calvario di Domodossola, alle sette di mattina, vi fu una solenne celebrazione. Per la prima volta i membri dell’Istituto della Carità a partire dallo stesso Rosmini poterono fare la loro professione religiosa. L’Istituto era stato approvato dalla Sacra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari della Santa Sede alla fine dicembre 1838 e la notizia era giunta proprio il giorno di Natale; in quell’occasioni Rosmini aveva stabilito che sia al Calvario, sia in Inghilterra a Prior-Park e a Spetisbury il giorno dell’Annunciazione, 25 marzo 1839, tutti i membri dell’Istituto facessero la professione religiosa.
Al Calvario, oltre a Rosmini, altri 13 sacerdoti fecero i voti di coadiutori spirituali; altri cinque fratelli fecero i voti di coadiutori temporali. Altri dieci persone avrebbero dovuto fare l’Ascrizione all’Istituto, ma cinque non poterono essere presenti. I cinque presenti furono: i sacerdoti Antonio Martinetti, canonico di Arona, e Andrea Fenner, i conti Giacomo Mellerio e Giovanni Padulli, l’avvocato Giambattista Chiossi, sindaco di Domodossola. Gli assenti erano: i sacerdoti Francesco Vecchietti arciprete di Domodossola, Luigi Polidori canonico onorario di Loreto, Giambattista Branzini cugino e cappellano della signora Bolongaro, il conte Giulio Padulli e l’avvocato Vincenzo Bianchi, gravemente ammalato (Cfr. Pagani - Rossi, Vita di Rosmini, vol. II, p. 2-5).
Così anche gli Ascritti parteciparono a quel solenne atto che sigillava anche giuridicamente e a tutti gli effetti l’esistenza nella Chiesa della “Società della Carità”
A poco più di un anno di distanza Rosmini sentì l’esigenza di dare agli Ascritti norme più esplicite e con il “Decreto generalizio disciplinare” n. 15: il 3 settembre 1841, emanò le “Costituzioni di Ascrizione all’Istituto della Carità”.
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Costituzioni dell'Ascrizione all'Istituto della Carità |