La Lettera a Benedetto Monti, da Stresa, 28 dicembre 1841 (pubblicata nella «Pragmatologia cattolica di Lucca», novembre-dicembre 1847 e posta dal Rosmini nell’Introduzione, subito dopo il Sistema filosofico), sull’essenza dell’essere, in cui con esattezza definisce la sua posizione gnoseologica e ontologica è tra tutte la più importante. Il Monti, medico primario dell'ospedale di San Giovanni di Dio in Ancona, e poi professore nell’Università di Bologna, aveva pubblicato nel 1841 un «Saggio intorno al fondamento, al processo e al sistema delle umane conoscenze», richiedendone il giudizio al Rosmini, cui l’aveva inviato in omaggio. Questi, dopo alcune osservazioni intorno alla concezione filosofica del Monti, trova occasione a delineare un breve prospetto della propria dottrina, che si può considerare come una delle più precise «messe a fuoco» dei suoi concetti, ed ha anche speciale valore per documentarci il suo stadio di formazione nel 1841, periodo intermedio tra la prima edizione del Nuovo Saggio e gli ultimi sviluppi della Teosofia. La gnoseologia, avverte il Rosmini, è la porta d’ingresso dell’ontologia; se non si esamina e non si comprende questo trapasso dal conoscere all’essere non si può difendersi dallo scetticismo