Quando nell’autunno del 1849 Rosmini rientrò a Stresa, dopo l’amara e dolorosa conclusione della sua missione romana, riprese subito il suo posto di milizia, di preghiera e di lavoro, attendendo con animo più che mai tranquillo alla sua attività di scrittore e di religioso, proseguendo, instancabile, nell’opera di educazione e di beneficenza, sempre egualmente fervida ed illuminata.
Come studioso, la sua attività, già nello stesso ‘49, era più che mai intensa: oltre alle «Memorie» concernenti appunto la sua missione a Roma, ricche di interessanti documenti, all'Introduzione del Vangelo secondo Giovanni con commento, attendeva alle Operette spirituali, ad uno scritto sul Comunismo e Socialismo, ad un vasto carteggio proseguito con le figure più illuminate del tempo, e intanto meditava quell’Introduzione alla filosofia che nel 1850, in soli tre mesi, venne stesa, ultimata e pubblicata. Questo l’ambiente e questo l’animo in cui il libro sorge.
Rosmini sentiva ormai di toccare il culmine della sua maturità di studioso, presago forse della fine non lontana (morì cinque anni dopo, il 1° luglio 1855), e voleva perciò consegnare, egli, spirito così lucido, ordinato e completo, nel documento durevole di una raccolta, il meglio del suo pensiero, inaugurando la collezione delle sue opere con questa Introduzione, il cui precipuo fine è di dare un valore a tutta l’attività del suo pensiero, cioè della sua vita.
In tale occasione presentò anche il “Piano Generale” della collezione delle proprie opere:
«Avviso
Pubblicandosi ora coll’Introduzione alla Filosofia il primo volume della Collezione delle Opere edite e inedite di A. Rosmini-Serbati secondo il programma già pubblicato dal Tipografo Boniardi-Pogliani di Milano, si stima opportuno di dar qui intera la serie dei XXX. Volumi che la compongono distribuiti nelle varie loro classi affine di prevenire qualunque sbaglio circa l’ordine …»..
Due sono i caratteri che fondamentalmente contraddistinguono il significato di quest’opera: definire in primo luogo con nettezza i confini del proprio sistema in confronto a tutti gli altri in cui il pensiero italiano si agitava intorno al principio del XIX secolo, fortemente influenzato dall’azione delle grandi correnti straniere, e poi cogliere, rappresentare, come egli fa con commosso animo, l’intimo valore, il significato etico, e non teoretico o conoscitivo soltanto, della speculazione filosofica che egli bada a connettere col vivente processo dello spirito etico e religioso, per cui la filosofia non può restare fine a se stessa, ma deve costituirsi e riconoscersi come mezzo, modo, strumento di quella più concreta vita in cui si realizza il destino spirituale dell’uomo.
Il testo che qui presenteremo è quello curato dal professor Pier Paolo Ottonello per l’Edizione Nazionale e Critica delle Opere di A. Rosmini, pubblicata da Città Nuova Editrice nel 1979.
Offriamo anche l’esauriente “Introduzione” premessa dal prof. Ugo Redanò all’edizione nazionale del 1934.