A questo primo gruppo, di carattere prevalentemente sistematico, un altro ne segue, di maggiore importanza, in cui viene precisata, sempre in relazione o in contrasto con altri sistemi, la posizione ontologica rosminiana. E cioè: la Lettera a Pietro Orsi, a Rovereto, sulla lingua filosofica e sopra alcune obbiezioni proposte in un giornale tedesco, stampata prima nel «Messagger Tirolese» nel dicembre 1831, poi inserita nel libro intitolato Prose ecclesiastiche, Lugano 1834; il Frammento di lettera Sul giudizio primitivo, senza data, la Lettera a Don Paolo Barone a Pinerolo, sulle diverse forme dell’essere, del 14 gennaio 1842.
Le affermazioni esposte nella lettera al Monti sull’essenza del conoscere si completano negli ulteriori chiarimenti presentati nel «Frammento» e nella lettera a Don Paolo Barone sulle diverse forme dell’essere: ideale, reale, morale, di cui Rosmini dà i caratteri distintivi, attribuendo all’essere ideale «quello di far conoscere semplicemente, senza aver alcun’altra azione di sorta», per cui è oggettivo; al reale «di agire, producendo o modificando il sentimento» (cioè quello che oggi diciamo la sensazione) e perciò è soggettivo e particolare, come le particolari coscienze; al terzo (che però nella lettera al Barone è lasciato in disparte) di attuare il rapporto tra i due ordini come soggetto che riconosce col suo valore l’ordine oggettivo dell’essere.
La questione viene ripresa nella lettera a Carlo Sola, a Biella (23 aprile 1842) Sulla maniera di evitare il panteismo (pubblicata poi nel «Messaggier Torinese» del 22 ottobre 1842) ed entra nel terzo ciclo delle lettere filosofiche, riferentisi al problema religioso: questa, e l’altra ad Alessandro Pestalozza a Milano, del 16 marzo 1846: Sulla questione se l’essere si possa predicare univocamente di Dio e delle creature, pubblicata poi negli «Elementi di filosofia» del Pestalozza stesso a Milano, nel 1848.
Nella prima, il R. cerca di difendersi dall’accusa rivoltagli di panteismo, avendo egli, secondo quanto gli si osservava, identificato l’essere ideale con l’essere assoluto, Dio.
Nella lettera al Pestalozza vi è invece la difesa dalle accuse dei giobertiani. Bisogna assolutamente evitare, questo è il pensiero di Rosmini «che l’essere in quanto esprime essenza e non semplice e pura esistenza, si predichi univocamente di Dio e delle creature; perciocché in tal modo l’essenza di Dio e l’essenza delle creature sarebbe la stessa, il che è quanto dire, noi cadremmo nel mostruosissimo panteismo».
I - Lettera a Pietro Orsi a Rovereto sulla lingua filosofica,
e sopra alcune obbiezioni proposte in un giornale tedesco ....................... 445
II - Frammento di lettera sul giudizio primitivo ........................................... 465
III - Lettera a Don Paolo Barone a Pinerolo sulle diverse forme dell'essere ..... 467
IV - Lettera a Carlo F. Sola a Biella sulla maniera d’evitare il panteismo .......... 471
V - Lettera ad Alessandro Pestalozza a Milano sulla questione
se l’essere si possa predicare univocamente di Dio e delle creature ............. 474